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ItinE-Rari nella storia: il legame tra Belgio ed Emilia Romagna ci riporta indietro nei secoli

Questo articolo è scritto da Ann Van den Eynde (membro della nostra Associazione)


Il mondo è piccolo e siamo tutti stranieri...


Che tra l’Italia e il Belgio ci sia un legame forte, lo sappiamo già.

Il 25 agosto del 1830, l’opera “La Muette de Portici” di Daniel Auber che parla della rivoluzione napoletana contro il dominio spagnolo, diede spinta alla rivoluzione, che portò il Belgio a liberarsi dagli Olandesi

Potrei fare l’elenco di tanti nomi e fatti: la nonna della nostra sesta regina italiana Paola fu belga; due drammi nazionali del 20° secolo (Marcinelle, Heysel) unirono l’Italia e il Belgio e ritroviamo un altro esempio nel blog di Anna Barbieri, il Nettuno di Giambologna.

Nel blog ritrovo anche un’informazione sulla città di Piacenza e questa ha attirato la mia attenzione.

Qualche anno fa, facevo da guida durante uno dei tanti viaggi in Italia con gli studenti della scuola in cui insegno.. La nostra destinazione fu Parma, dove avremmo fatto un “Parmigiano Reggiano & Prosciutto di Parma Tour”


A metà strada, tra Milano e Parma, ci fermammo a Piacenza, dove visitammo alcune curiosità; i miei ricordi sono però vaghi, perché da guida si deve badare al gruppo e non si approfitta veramente delle bellezze locali .

Ma una piazza mi impressionò tanto, perché ci si trovano non una ma ben due statue equestri, figlio e padre Farnese, Alessandro e Ranuccio.


Parlo di Piazza Cavalli con i Cavalli di bronzo del Mochi, uno scultore toscano del Seicento.


Ma chi erano questi due? Di Ranuccio, non vorrei parlare tanto.

Parlerò piuttosto di Alessandro Farnese (non il papa con lo stesso nome e neanche Alessandro, l’ideatore di Villa Farnese a Caprarola)


Per conoscere meglio questo Alessandro, dobbiamo tornare un po’ indietro nella storia.

Siamo a Oudenaarde, nelle Fiandre, nel 1505 e nasce una

bambina, Giovanna (Johanna Van der Gheynst). Suo padre vende arazzi (di quelli fiamminghi che ritroviamo in tanti musei in Italia) e sua madre è casalinga. In quegli anni c’è la peste e Giovanna perde i due genitori, quando ha solo 5 anni. Entra al servizio di Carlo di Lalang, governatore di Oudenaarde. Nel 1521 conosce il giovane imperatore Carlo V (nato a Gent nel 1500, da Filippo I e Giovanna di Castiglia, conosciuta come ‘La Pazza’), in visita al castello del governatore. Data la sua bellezza, Giovanna non sfugge all’attenzione di Carlo e dalla loro relazione nasce una bambina.


Carlo V e Giovanna con la loro figlia Margaretha, Théodore-Joseph Canneel (1844)


Da che mondo è mondo, gli imperatori, re, e altri nobili si vantano di una prole illegittima, che spesso non conoscono o non riconoscono (un riferimento più recente al Belgio, ma quante volte abbiamo sentito questa storia da quando esiste il DNA?). Ma Carlo fu un gentiluomo, riconobbe la figlia e diede una pensione modesta mensile all’amante, che poi si sarebbe sposata con un avvocato con cui ebbe 9 figli. Per ricevere la pensione, la condizione era che la bambina crescesse alla Corte di Mechelen, in Belgio, sotto l’occhio di Marghareta di Asburgo, zia di Carlo. (Oggi nel Palazzo di Marghareta d’Asburgo, troviamo la Corte di Giustizia di Mechelen) Che destino! Marghareta (quella illegittima e per gli italiani Margherita), a 10 anni si trasferisce in Italia e a 11 anni, riceve dal padre Carlo V in dote molti feudi in Abruzzo e nel Regno di Napoli (non è quella della pizza pero’, che ha origini più recenti). A 14 anni sposa Alessandro de’ Medici, che poi fu assassinato e Margherita è libera, dopo un matrimonio infelice. A 17 anni sposa Ottavio Farnese nella Cappella Sistina alla presenza del papa (bella storia alla Disney che fa sognare le bambine, una contadina diventata principessa!)


Nel 1545 nascono due gemelli Carlo e Alessandro e al battesimo sono presenti Carlo V (sì, il suo papà) e la Regina di Francia. Il piccolo gemello Carlo morirà a solo un anno. In quell’anno Margherita diventa duchessa di Parma. Nel 1559 Filippo II la nomina governatrice dei Paesi Bassi e Margherita parte per le Fiandre, da dove era venuta. Si dice che abbia avuto ancora contatto con la sua mamma biologica, Giovanna Van der Gheynst.

Nel 1568 ritorna in Italia per stabilirsi nei suoi feudi abruzzesi che comincia ad amministrare direttamente.

Le piace farsi chiamare Madama e per questo motivo il Palazzo romano che ha ereditato dai Medici, si chiama Palazzo Madama.

Nel 1582 acquista la città di Ortona (le città si compravano davvero) in Abruzzo, dove fa costruire un Palazzo. Muore nel 1586 ed è sepolta a Piacenza, nella chiesa di San Sisto.

Una grande dama dunque, e madre del prenominato Alessandro, quello con il cavallo in Piazza Cavalli a Piacenza. Alessandro Farnese cresce e si sposa a Bruxelles con Maria di Portogallo e la storia sui legami tra Italia e Belgio continua…


Vi è piaciuta la mia storia?


Ann Van den Eynde




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