MAST - il Guggenheim emiliano-romagnolo
- Anna Barbieri

- 13 set
- Tempo di lettura: 2 min
Ai margini della via Emilia verso il lato ovest della città di Bologna, in una periferia fatta di focolai di eccellenze della tecnologia meccanica, come Ducati o GD e al cuore della Packaging Valley, è nata nel 2013 una realtà unica in Emilia Romagna.
Il MAST, che significa Manifattura di arti, sperimentazione e tecnologia, è più che un museo.
È un’iniziativa privata di un gruppo industriale e di una fondazione non profit che coniuga il welfare aziendale, nonché spazi didattici, formativi e culturali e una grande area espositiva, dedicata alla fotografia sul tema del mondo del lavoro. Un vero 'must', se mi permettete la battuta.
Prima cosa da notare è l’architettura ardita che ne fa, secondo me, il nostro Guggenheim emiliano-romagnolo (in linea con il mantra di questo blog che dice che in Emilia Romagna c’è tutto). I miei favoriti sono il giardino con vasca di acqua e pietre e l’opera di Anish Kapoor del 2017 ‘Reach’, l’arco d’acciaio concavo in cui si specchiano il cielo e la facciata del MAST. Molto intrigante è anche l’opera di Mark Di Suvero Old Grey Beam all’entrata, che è una gigantesca scultura rossa che richiama i temi delle tecniche del lavoro industriale.
Sono stata al MAST almeno sei volte negli ultimi anni per le mostre di Andreas Gursky, Richard Mosse, Mohamed Bourouissa, Il Photography Grant 2025, the MAST collection e la mostra Anthropocene (alcune volte con visita guidata) e sono triste per tutte le altre bellissime mostre che non sono riuscita a visitare.
Adoro i temi che il MAST affronta, che nutrono la mia passione per la fotografia e il patrimonio industriale. Ma c’è di più..
Adoro il MAST per l’ingresso libero (anche con guida) che permette di visitarlo spesso, per il suo caffè gratuito che è offerto a chiunque si rechi alla caffetteria del MAST, il suo welfare sociale e soprattutto la connessione tra impresa e comunità … (“giving back to the Community”) – un esempio di attività turistica e culturale che porta benefici alla comunità che lo accoglie, cosa che non si può purtroppo dire per tutti i tipi di turismo.
Il MAST ha ospitato eventi con David Lynch, Gabriele Salvatores, Umberto Eco, Joseph Stieglitz, Ian McEwan e molti altri. Io incrocio le dita per un effetto Bilbao per l’area – che è il mio quartiere di origine 😊
Mi specchio molto nel motto del museo coniato nel 2023 per festeggiare i suoi primi 10 anni: Fare del lavoro una cultura e della cultura un lavoro.
Qualche settimana fa, nel viaggio di ritorno dall’Emilia Romagna a Bruxelles, sulla nostra route 66 (che è un altro tema di questo blog) mi sono fermata a Offenburg al museo Städtische Galerie che presenta una mostra fantastica delle opere di Stefan Bircheneder, quadri ed installazioni strabilianti sul tema dei luoghi di lavoro abbandonati; come capita spesso nell’arte contemporanea… bisognava pensarci.
Chissà se potremo ammirare questo artista al MAST in futuro?






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